L’antico maniero sovrasta l’abitato di Varenna e da lì è possibile correre con lo sguardo tutto il lago nella sua biforcazione tra Lecco e Como, tra natura, arte e storia medievale
Il castello di Vezio è un antico maniero di origine medievale che sovrasta l’abitato di Varenna sul lago di Como. Risalente al XI secolo, il castello fu più volte rimaneggiato nel corso dei secoli e ora, pur essendo di proprietà di privati, è aperto al pubblico per buona parte dell’anno. Dalla sua cima lo sguardo può spaziare praticamente su tutto il lago, nella sua biforcazione verso Lecco e verso Como. Una volta entrati una salita porta all’area picnic e svago per i più piccoli, mentre proseguendo dritti, costeggiando il lato nord del Castello e i suoi grandi larici, si può ammirare la “Fantasia di ortensie”, una aiuola di hydrangee e tappezzanti omaggio ai grandi giardini delle più belle ville del lago di Como e alle loro ortensie. Più avanti si possono incontrare i “Fantasmi di Vezio”, sculture bianche realizzate ogni anno in estate grazie a turisti che si offrono volontari mettendosi in posa dopo essere stati ricoperti di garza e gesso e rimanendo immobili per circa un’ora; dopo di che viene sfilata la scultura che rimane nel castello fino a quando la neve invernale la distrugge. Proseguendo si trova una scalinata fiancheggiata da aiuole di piante aromatiche (“Il giardino dei semplici”, un piccolo omaggio agli orti di piante medicinali ed officinali diffusi nei monasteri e conventi dell’Italia medioevale) e il cosiddetto “Prato dry”, un prato sperimentale di piante a bassissima richiesta idrica e manutenzione. Infine si attraverserà il “Giardino degli olivi”. Attraverso un portone si entra all’interno delle mura che circondano la torre, poi attraverso una scalinata e un ponte levatoio si arriva alla torre, da dove la vista è mozzafiato.

Lariosauro, il “cugino” del mostro di lochness viveva qui
All’interno delle mura del castello di Vezio è possibile ripercorrere cronologicamente la storia del territorio, dalla preistoria al medioevo, anche grazie a un’esposizione permanente sul Lariosaurus (un rettile di medie dimensioni, fino a 1 metro circa di lunghezza, appartenente ai Notosauri acquatici, un gruppo estinto di rettili acquatici che viveva in ambienti di laguna salmastra o marino costiero) comprendente calchi dei vari esemplari ritrovati nei dintorni di Perledo, Varese e nel resto del mondo. Proprio come in Scozia, sulle rive del lago Loch Ness, anche sulle sponde lecchesi “serpeggia” la leggenda del mostro marino “cugino” di Nessie, una sorta di drago o serpentone che ogni tanto farebbe ancora capolino con la testa dalle acque del lago. Tutto ebbe inizio nel novembre del 1946 quando una coppia di cacciatori comaschi, fermi nella riserva naturale Pian di Spagna, dissero di aver visto un mostro lungo più di 10 metri con squame rossastre a ricoprirgli il corpo. Nel 1954 alcuni pescatori riferirono di aver visto uno strano animale che nuotava nelle acque di fronte ad Argegno, lungo un’ottantina di centimetri, con il muso e la parte posteriore del corpo arrotondata e le zampe palmate. Tre anni dopo, nel 1957, l’avvistamento di un animale mostruoso tra Dongo e Musso fu addirittura confermato, un mese dopo, da alcuni biologi che si immersero nel lago con una batisfera e testimoniarono la presenza di uno strano animale con la testa allungata come quella di un coccodrillo. L’ultimo avvistamento risale al 2003 quando alcuni pescatori dissero di aver visto, nel ramo lecchese, un animale acquatico lungo una decina di metri simile a un’anguilla. Nel corso degli anni, la leggenda del Lariosauro ha sollecitato la fantasia di diversi artisti e scrittori: vedi Davide Van De Sfroos o Carlo Lucarelli.