I responsabili degli scali sono in grado di adattare la loro altezza in base a quella dell’acqua, assicurando un attracco al 100% sicuro, anche nei giorni di forti precipitazioni
Insieme a motonavi, settori tecnici e amministrativi, e ai cantieri di manutenzione, anche gli scali risultano fondamentali per l’Esercizio della navigazione di linea sui laghi Maggiore, Como e Garda. Queste stazioni di arrivo e partenza, dette anche “imbarcaderi”, storicamente nascono insieme ai servizi di linea, nella prima metà dell’Ottocento. Sono dotate di uno o più pontili di attracco – lunghi tra i 10 e i 20 metri -, di alcuni pali di sostegno infissi nel fondale del lago, e di altri che fungono da appoggio per le navi.
Si tratta di infrastrutture soggette a continua regolazione, specie sul lago Maggiore, dove la portata degli affluenti e il controllo della diga da parte del consorzio del Ticino incidono in maniera decisiva sulle variazioni delle acque. Proprio per questo, il responsabile dello scalo si preoccupa ogni giorno di controllare il livello dei pontili ad inizio servizio, modificandolo in caso di necessità. E se in condizioni stabili l’altezza non viene toccata, in caso di forti precipitazioni può essere necessario regolarli anche più di una volta al giorno.
LE OPERAZIONI SUL MAGGIORE
Sul lago Maggiore è il Fior d’Arancio II ad occuparsi di gran parte delle manutenzioni: un’imbarcazione dotata di officina galleggiante e capace di eseguire lavori di carpenteria, falegnameria e meccanica. Il suo equipaggio può contare fino a quattro persone, due delle quali provvedono alla movimentazione dei pontili, attraverso interventi che durano all’incirca 20 minuti.
La regolazione solitamente viene effettuata prima dell’inizio del servizio, anche se talvolta è necessario intervenire nelle pause tra una corsa e l’altra. Viceversa, le manutenzioni più gravose – come la sostituzione dei pianciti in legno, la verniciatura delle strutture o la sostituzione dei pali – si effettuano nei mesi invernali, seguendo un preciso piano pluriennale.