Il capitano scozzese Neil McEacharn, in viaggio sul mitico convoglio, lesse sul Times dell’edificio in vendita.
Lo acquistò e nel suo giardino sorse un magnifico orto botanico
Sembra un romanzo di Agatha Christie, ma senza omicidi: ci sono un treno mitico come in “Assassinio sull’Orient Express”, una villa come in “Dieci piccoli indiani” e un grande giardino come quello di Miss Marple nell’immaginario villaggio di St. Mary Mead. Ma siamo a Verbania, sulle sponde del lago Maggiore, e la magione in questione è Villa Taranto, attuale sede della prefettura della provincia del Verbano-Cusio-Ossola. I suoi giardini però sono aperti al pubblico e assolutamente da visitare: ospitano infatti oltre 20.000 essenze botaniche e coprono un’area di circa 160.000 metri quadrati, percorsa da 7 km di viali.

La villa fu realizzata nel 1870 dal conte Alessandro Orsetti e progettata dall’architetto svizzero Augusto Guidini. Intorno al 1900 la villa fu acquistata da Rosamund Marke Wood, dama di palazzo della regina Elena e moglie del conte di Sant’Elia, cerimoniere di Vittorio Emanuele III. Nel 1929 fu rimessa in vendita e nel 1930, il facoltoso capitano scozzese Neil McEacharn, in viaggio sull’Orient Express dopo un soggiorno a Venezia, lesse sul Times l’annuncio di vendita. Seguendo un irresistibile impulso McEacharn si recò a Pallanza. Nonostante trovasse scomodo l’edificio, perché privo di spazi di servizio e il giardino antistante non fosse di suo gusto, McEacharn rimase colpito dalla posizione panoramica, dopo essersi accertato che i terreni contigui fossero acquistabili, comprò la proprietà. I lavori di ammodernamento e trasformazione della villa durarono 9 anni e McEacharn ribattezzò la proprietà Villa Taranto, in onore del suo antenato Étienne Macdonald, nominato duca di Taranto da Napoleone. Tutto il complesso fu poi donato allo Stato italiano nel 1962.

Il pollice verde dello scozzese
Si deve al capitano scozzese Neil Boyd McEacharn la fisionomia dei giardini di Villa Taranto. Dopo aver acquistato la tenuta nel 1930, proseguì acquistando diversi terreni intorno alla proprietà e ampliò il parco fino all’attuale estensione di 16 ettari. La prima opera fu la costruzione del serbatoio d’acqua che alimenta il complesso sistema di irrigazione. Nei lavori fu indispensabile la collaborazione di Henry Cocker, esperto giardiniere che, assunto nel 1934, nell’arco di diversi decenni completò l’opera di allestimento del parco. Entrando nel giardino si accede al viale delle conifere he ospita esemplari provenienti da tutto il mondo; il lato sinistro del viale è caratterizzato dalla presenza di aiuole dove si alternano colorati fiori stagionali. Nella parte finale del viale si trova, sulla destra, la valletta delle felci; al termine del viale si giunge invece alla fontana dei putti. Proseguendo si incontra il cosiddetto labirinto, un percorso che in primavera ospita aiuole con 36 cultivar ornamentali di tulipani per un totale di circa 80.000 fiori. Il percorso a tornanti nel labirinto conduce alla serra delle piante tropicali e subtropicali; da qui il percorso procede lungo il viale degli aceri con numerose specie provenienti da tutto il mondo. Dopo aver superato la cappella che ospita i resti di McEacharn si arriva alla valletta sovrastata da un ponte pedonale lungo 35 metri: qui si possono ammirare banani, ginestre e cipressi. Proseguendo ci sono i giardini terrazzati, la vasca del loto e il giardino blu; dopo aver superato il giardino d’inverno si conclude la visita con il tempietto, la scala delle anfore e il belvedere.