L’ambiente che circonda gli specchi d’acqua è perfetto per dedicarsi alla micologia
Come sanno bene i buongustai, il profumo e il sapore dei funghi sono inimitabili. L’autunno è un vero e proprio invito a nozze per gli appassionati di micologia, che dedicandosi al proprio hobby preferito possono godere di un duplice beneficio: da una parte trascorrere un po’ di tempo nella natura, tra boschi e sentieri, e dall’altro raccogliere prodotti che, preparati e portati in tavola, regalano grandi soddisfazioni. Le zone che circondano i grandi specchi d’acqua italiani sono territori d’elezione per la ricerca dei funghi, complici l’elevato tasso di umidità e la presenza di aree verdi. Laghi di ampie dimensioni come il Maggiore, il Garda e quello di Como sono ben conosciuti dagli appassionati, che in questo periodo dell’anno possono approfittare di una gita nel fine settimana per la ricerca di questi “gioielli” che la terra fornisce spontaneamente e che possono diventare protagonisti assoluti in molte ricette da leccarsi i baffi. Andiamo quindi a scoprire quali sono le zone di riferimento per i patiti di funghi, ricordando sempre alcune buone pratiche: essere in regola con i permessi, indossare capi di abbigliamento adeguati e – preferibilmente – iscriversi a un’associazione micologica.
Chi vuole raccogliere funghi nella zona del lago Maggiore non ha che l’imbarazzo della scelta. Le pendici di rilievi come il Mottarone e il territorio del Vergante, in virtù del loro microclima, permettono di imbattersi in numerose varietà micologiche. Basti pensare ai deliziosi e pregiati porcini, oppure alle spugnole, che si caratterizzano per la forma allungata e l’aspetto a nido d’ape. In prossimità del lago Maggiore crescono anche i gallinacci – o finferli -, contraddistinti dal colore vivace tendente al giallo-oro. Gli esperti consigliano di cercare con attenzione nei boschi di castagni, di faggi e di querce, dove è più facile che i funghi prosperino. Anche sul lago di Garda è possibile trovare numerose varietà spontanee, sia nei paesi sulla costa che nell’immediato entroterra. Dalle venete Cavaion Veronese e San Zeno di Montagna, poste in aree collinari, alle bresciane San Felice del Benaco e Puegnago, le alternative non mancano. Anche nei boschi che circondano Riva del Garda, in provincia di Trento, la micologia è molto praticata. Infine, va fatto un accenno al lago di Como. Rezzago e Val d’Intelvi sono tra le zone più battute dagli appassionati locali, soprattutto nella stagione autunnale.
Una mostra ad hoc

Gruppo Micologico Cantù e Como
Milano, anno 2015: molti visitatori dell’Expo approfittano dell’occasione per un giro turistico sui laghi lombardi, con panorami stupendi e prestigiose ville che si affacciano sulle loro acque. Al pontile di Tremezzo, sul Lario, frotte di turisti sbarcano per una visita a Villa Carlotta, celebre sia per le raccolte d’arte conservate al suo interno, sia per il celebre giardino botanico. Nello stesso periodo in villa è esposta una mostra dal titolo “Funghi: storia e scienza da un altro Regno”, a cura del Gruppo Micologico Cantù e Como A.P.S.; dal titolo si evince quanto la stessa sia in perfetta sintonia con il tema scelto per l’Expo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Infatti, la mostra, allestita con pannelli bilingue e diorami, illustra biologia e ruolo dei funghi nei diversi ecosistemi e nella storia dell’alimentazione umana. Il percorso inizia con la parte storica, in cui si evidenzia come i funghi abbiano interagito con la vita dell’uomo, dai popoli primitivi fino ai nostri tempi, in cui le patologie che interessano le colture e gli alberi stanno minacciando produzioni agricole e forestali. A seguire si entra nel cuore della mostra, spiegando cosa sono i funghi, come si nutrono e la loro fondamentale funzione per vita del nostro pianeta, con particolare attenzione all’importanza delle infinite interazioni che gli stessi hanno con tutti gli esseri viventi. La rassegna ha riscosso notevole successo, con oltre trentamila presenze e la visita di numerose scolaresche. Attualmente la mostra, rinnovata ed aggiornata, è esposta presso l’Orto Botanico di Bergamo e da settembre una selezione può essere visitata al Museo di Storia Naturale di Milano.