Un intermediario tra l’azienda e il personale, che nel caso di Fabio Valentini arriva da una lunga gavetta in Navigazione Laghi.
Passare dal lavoro sul campo a un ruolo di coordinamento può essere difficile, ma non quando la passione per quello che si fa è tale da volerla mettere a servizio degli altri. È proprio questo il caso di Fabio Valentini, che in Navigazione Laghi è entrato come stagionale per poi iniziare la carriera da marinaio. Di strada ne ha fatta molta, considerando che oggi è il professional navigante del lago di Garda: un ruolo sfaccettato, come lui stesso racconta.

Quali sono i compiti del professional navigante?
Il mio è un lavoro innanzitutto d’ufficio, gestendo i turni del personale che solo sul lago di Garda è di 150 naviganti. Ma le occasioni per uscire non mancano, come quando seguo la costruzione di nuove imbarcazioni per la nostra flotta. In questo modo posso istruire i comandanti sulle specifiche dei mezzi che andranno a navigare.
Come seguite l’aggiornamento dei comandanti?
Organizziamo esercitazioni a cui partecipo personalmente per arricchirne le competenze, e nelle quali simuliamo situazioni d’emergenza anche insieme a Guardia Costiera, Vigili del Fuoco e Squadra Nautica della Polizia.
Cosa rende un comandante bravo nel suo lavoro?
Il comandante di un’imbarcazione non è un semplice manovratore, ma rappresenta il volto dell’azienda. Deve quindi saper trattare sia l’equipaggio che i passeggeri, e qualsiasi cosa succeda deve metterci la faccia.
Anche lei è stato comandante. Come ha iniziato?
Sono originario di Peschiera del Garda, e da bambino ero esaltato dal passaggio degli aliscafi che osservavo dal balcone di casa. Poi da adulto ho avuto la fortuna di conoscere persone che lavoravano in Navigazione Laghi, e la passione di un tempo è rinata. Poco dopo fui assunto come stagionale nella biglietteria di Lazise.
Quando si imbarcato per la prima volta?
Nel 1991 sono salito a bordo come marinario, e nel 1997 sono diventato aiuto motorista tramite concorso. Da qui è iniziato un percorso che mi ha portato nel 2003 al massimo grado come capitano per navi senza limiti di stazza. Ho svolto questo ruolo fino al 2017, quando l’azienda mi ha proposto di diventare professional navigante.
A quali giovani consiglierebbe una carriera come la sua?
Consiglierei questa vita a chi ha tanta voglia di fare, anche con i necessari anni di gavetta. È un lavoro che si può amare facilmente, ma che pone gli aspiranti comandanti di fronte a imprevisti e scelte da prendere in poco tempo. Fortunatamente questa azienda è come una famiglia, e ai ragazzi consiglio sempre di non temere di chiedere supporto se ne hanno bisogno.